“SEX & REVOLUTION! IMMAGINARIO, UTOPIA, LIBERAZIONE (1960-1977).”
Reggio Emilia, 20 aprile – 15 luglio 2018
Palazzo Magnani | Via Garibaldi 29, Reggio Emilia
Mostra a cura di: Pier Giorgio Carizzoni
Direzione Scientifica : Pietro Adamo
Organizzazione: Associazione Culturale Dioniso – Fondazione Palazzo Magnani
Coordinamento prestiti e organizzazione: Federica Franceschini
Progetto e realizzazione dell’allestimento: Maria Cristina De Nigris, Francesca Tagliavini
Progetto e realizzazione grafica: Jack Blutharsky, Giulia Lupi, Giacomo Zibellini
Ricerche bibliografiche, iconografiche, musicali, audiovisive: Francesco Ceccherelli, Gianmario Cereda, Francesco Colombelli
Eventi collaterali: Francesca Alberici, Valeria Rinaldini
Gestione amministrativa: Annachiara Rea
Ufficio stampa: CLP, Milano
Comunicazione: Alessia Benevelli, Stefania Palazzo, Elvira Ponzo
Mostra nell’ambito di: Fotografia Europea 2018
Promossa da: Fondazione Palazzo Magnani, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna
Con il contributo di: Ministero dei beni e delle attività culturali (MIBACT), Camera di Commercio Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori
Main sponsor: Iren
Catalogo: SKIRA editore a cura di Pietro Adamo e Pier Giorgio Carizzoni
Si ringraziano per i prestiti: Archivio Modateca Deanna, San Martino in Rio (Reggio Emilia) ǀ Biblioteca Comunale Centrale di Palazzo Sormani, Milano ǀ Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia ǀ Cineteca Nazionale – Museo Nazionale del Cinema, Torino ǀ Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico, Milano ǀ Fondazione Corriere della Sera, Archivio storico, Fondo Fernanda Pivano, Milano ǀ Fondazione Franco Fossati – WOW Spazio Fumetto, Milano ǀ Riccione Teatro – Archivio-Biblioteca del Teatro Contemporaneo, Riccione.
Hanno collaborato: Vittorio Bocceda, Arianna Ghilardotti, Matteo Guarnaccia, Roberto G. Kriscak, Raffaella Perna, Stefano Piantini, Roby Schirer, Natale Spineto, Marta Zanotti.
“Il corpo nella sua integrità diventerebbe oggetto di godimento: uno strumento di piacere”; così scriveva Herbert Marcuse a metà degli anni Cinquanta, indicando con termini psicanalitici la prospettiva di una sessualità gaia e salvifica. L’importanza cruciale del sesso nella vita e nella psiche umana, emersa a partire dagli studi freudiani a fine Ottocento e dalle coraggiose tesi di Wilhelm Reich negli anni Trenta del Novecento, aveva già prodotto approfondite ricerche scientifiche e nei lustri successivi avrebbe generato rilevanti battaglie politiche e culturali, divenendo fil rouge di innumerevoli opere letterarie, cinematografiche e artistiche.
La Mostra si propone di indagare con l’ausilio di centinaia di reperti originali d’epoca – rotocalchi, libri, sequenze cinematografiche, poster, fumetti, fotografie, brani musicali, oggetti e molto altro – la genesi delle trasformazioni nel modo di concepire e vivere la sessualità tra anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti d’America e in Europa.
La rivoluzione sessuale – o meglio i mutamenti di costume che essa ha innescato – ha aperto la strada a dirompenti conquiste culturali e a innovative pratiche sociali (divorzio, anticoncezionali, legittimazione dell’interruzione di gravidanza, piena cittadinanza alle sessualità “altre”). Ha inoltre condotto a una progressiva eliminazione della censura, permettendo l’emersione di descrizioni molto più esplicite delle relazioni tra i sessi. In quegli anni si è quindi sviluppata una inedita visione della sessualità, non più vissuta come fattore privato da celare entro un consolidato e “comune senso del pudore”, tra sotterfugi e sensi di colpa, bensì come campo di sperimentazione, emancipazione e confronto. Svincolata dalla finalità riproduttiva, la sessualità di gran parte dei giovani nati tra immediato dopoguerra e fine anni Cinquanta infrange tabù secolari e si alimenta di un vasto corredo di esperienze e conoscenze inimmaginabili per le generazioni precedenti. L’istituzione matrimoniale, i valori della fedeltà coniugale e della monogamia, il ruolo subalterno della donna nel lavoro e in famiglia, sono oggetto di feroci critiche che sovvertono credenze e convinzioni radicate e che mutano i comportamenti collettivi della grande maggioranza della popolazione occidentale.
Le organizzazioni studentesche di sinistra, il movimento femminista, i gruppi omosessuali e gli esponenti della “controcultura” hanno portato nei media, nella vita quotidiana e nella coscienza collettiva i temi della liberazione del corpo, della funzione gioiosa dell’ erotismo, di un più equilibrato rapporto uomo donna, diffondendo stili di vita alternativi e vincendo la resistenza di legislatori conservatori e associazioni impegnate nella salvaguardia della moralità.
Uno degli effetti forse più visibili del successo del paradigma “Rivoluzione sessuale” è stato l’avvento di una pornografia di massa progressivamente legalizzata. Dai primi nudi integrali – su carta patinata o al cinema – si passa man mano ai prodotti hard core, che stimolano le fantasie erotiche di un nutrito pubblico adulto e adolescente, in gran parte maschile, ipnotizzato dalla esuberanza di un corpo di donna di cui si celebra la piena apparente disponibilità.
L’editoria e il cinema primeggiano nel testimoniare i segni del mutamento con film e pubblicazioni che svariano dalla dimensione più colta a quella biecamente commerciale. È in questi prodotti, in cui la “sessualità liberata” viene proposta al massimo livello di visibilità/fruibilità, che si possono cogliere al meglio alcuni vettori di affermazione dei mutamenti sociali e culturali auspicati da Marcuse e dai suoi compagni di strada; nel contempo, essi mettono in evidenza le maggiori criticità di quella “Rivoluzione” e dei suoi esiti: una sessualità virata sull’occhio maschile, la persistenza delle gerarchie dei ruoli, l’accento prevalente sul consumo dei materiali proposti a scapito dell’esperienza di vita.
17 Maggio – Corriere della Sera – Beauty
19 Aprile – Gioia
19 Aprile – Il Giornale
27 Aprile – Quotidiano Nazionale
28 Aprile – Il manifesto
25 Giugno – Gazzetta del Mezzogiorno